Autobiografia
di Ignazio di Loyola

Autobiografia

Nell’estate del 1553 Ignazio di Loyola, cedendo alle ripetute richieste dei suoi confratelli più intimi, si decise a confidare quei fatti della sua vita straordinaria dei quali riteneva che fosse utile conservare la memoria. A redigere il memoriale fu Luis Gonçalves da Câmara, che riportò quei racconti in maniera così fedele che a volte, dietro il velo della scrittura, ai lettori sembrerà di ascoltare la viva voce di Ignazio. Così nacque questa Autobiografia, conosciuta da molti anche come Il racconto del Pellegrino, gelosamente custodita in un archivio per oltre un secolo e mezzo. Come quelle di tutti i grandi maestri spirituali dell’umanità, anche la vita di Ignazio è divisa nettamente tra un prima e un dopo: fu una grave ferita alla gamba, rimediata nel 1521 durante l’assedio francese di Pamplona, a cambiare il corso dell’esistenza di Ignazio, giovane aristocratico affamato di avventure e gloria militare. Lunga e dolorosa fu la convalescenza. Rialzatosi da quel letto di sofferenza, il soldato coraggioso si era trasformato nel “Pellegrino”, nell’autore dei celebri Esercizi spirituali, disposto a vivere di elemosina percorrendo a piedi intere regioni, tra mille avventure, tribolazioni ma anche mistiche visioni. Tra Parigi e Venezia, tra Roma e Gerusalemme, Ignazio incontra sul suo cammino guerre e pestilenze, umiliazioni e incertezze, pericoli e illuminazioni spirituali improvvise, attirandosi anche – per il suo stile di vita radicale – i sospetti dell’Inquisizione. Rievocando la sua inimitabile gioventù, Ignazio non intende erigere un monumento a se stesso, ma ricordare ai suoi confratelli e a tutti come sia difficile il cammino che conduce un singolo essere umano ad appropriarsi del proprio destino. Consegnando al contempo a queste pagine un originalissimo romanzo di formazione.


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