Cicerone, il grande oratore e politico, vibrante difensore delle istituzioni repubblicane, amava filosofare in villa. Che si trovasse nelle sue residenze di Asturia, Tuscolo, Arpino, serenamente in vacanza o piuttosto in ritiro forzato a causa della vita politica romana sempre più turbolenta, Cicerone non mancava di approfittare della pace offerta dalla villeggiatura per coltivare, tra meditazioni e chiacchiere con compagni fidati, la passione per l’affascinante musa di cui si era innamorato da giovanissimo: la filosofia greca. «Che cosa bisogna ricercare nella vita con tanta cura quanto il problema investigato in questi libri?», si chiede Cicerone introducendo la questione attorno a cui ruota l’intero dialogo qui proposto. Quali sono i confini del bene e del male?
Marco Tullio Cicerone (Arpino, 3 gennaio 106 a.C. – Formia, 7 dicembre 43 a.C.) è stato un avvocato, politico, scrittore e oratore romano.
Cicerone fu una delle figure più rilevanti di tutta l’antichità romana. La sua vastissima produzione letteraria, che va dalle orazioni politiche agli scritti di filosofia e retorica, oltre a offrire un prezioso ritratto della società romana negli ultimi travagliati anni della repubblica, rimase come esempio per tutti gli autori del I secolo a.C., tanto da poter essere considerata il modello della letteratura latina classica.