Che vuoi sapere di più? Ottaviano si proclama nostro capo e crede necessario che io non gli venga meno. Il consiglio che gli ho dato è stato quello di dirigersi a Roma. In termini concreti mi sembra che egli potrà contare sull’appoggio sia del popolino dell’Urbe sia delle persone dabbene.
La vita di Marco Tullio Cicerone, il più grande intellettuale e filosofo latino della tarda Repubblica, è scandita da un’incessante produzione di scritti: dialoghi e trattati filosofici sui più svariati argomenti, orazioni, opere di retorica. Nelle aule dei tribunali non aveva rivali, e ancora oggi i suoi scritti incarnano il canone degli studi classici. Ma Cicerone visse in un’epoca difficile. Conobbe tre grandi guerre civili, quella tra Mario e Silla, la congiura di Catilina e infine le tensioni che si crearono a Roma al tempo di Giulio Cesare. Venne esiliato, si vide espropriare i beni da avversari politici, e perse le sue ricchezze e la sua famiglia. Più ancora che i suoi dialoghi e le sue orazioni, sono le lettere che scrisse al suo amico Tito Pomponio Attico tra il 68 e il 44 a.C. a contenere le più affascinanti riflessioni del filosofo sull’attualità, sulla storia e sulla sua vita personale, negli anni che videro il crollo della Repubblica romana e la tormentata e cruenta nascita dell’Impero.
Questo secondo volume raccoglie le lettere scritte tra il 49 e il 44 a.C. La guerra civile è ormai scoppiata, e tra i nomi che Cicerone cita compare sempre più frequentemente quello di Cesare. Le vicende private di Cicerone si fanno via via più tormentate: egli divorzia, dopo trent’anni, dalla moglie Terenzia, e perde prematuramente la figlia Tullia. Sul fronte pubblico, Cicerone assiste al proprio declino finanziario e all’ascesa di Antonio, il suo ultimo grande avversario.
Le Epistole ad Attico ci permettono di conoscere un Cicerone “privato”, straordinariamente moderno nel suo sforzo di essere al tempo stesso marito, padre e uomo politico in una Roma in bilico tra guerra e pace, tra repubblica, dittatura e monarchia.