Con un linguaggio personalissimo, intingendo la penna nel suo passato di peccatore, Agostino ripercorre nelle Confessioni (di cui sono qui raccolti i libri VI-IX) gli anni turbolenti di dubbi e peregrinazioni che caratterizzano il suo percorso prima della conversione. O meglio, prima delle progressive “conversioni”, da intendere nel senso etimologico di “rivoluzioni nello sguardo”, che Agostino ha vissuto. Conversioni che devono moltissimo alla pagina scritta: dal dialogo perduto di Cicerone (Ortensio) che introduce Agostino alla filosofia, ai testi di Plotino e dei suoi commentatori, al tempo utilizzati per porre le basi a una forma di neoplatonismo cristiano. Fino al momento di tensione massima di questa straordinaria opera al confine tra meditazione, riflessione filosofica e autobiografia: il libro VIII delle Confessioni.