Consapevole di vivere in una fase della storia caratterizzata dalla necessità di riunire sotto un unico cielo due mondi distinti, quello greco e quello latino, Plutarco reinterpretò in modo originale la tradizione romana della biografia aneddotica, modificandone la forma e la struttura per venire incontro alle nuove esigenze di un impero che aveva sempre meno frontiere tra Oriente e Occidente. Le Vite Parallele raccolgono così, a coppie, le biografie di un uomo illustre greco e di un suo corrispettivo latino, scelti secondo criteri di somiglianza nel carattere o nel destino, allo scopo, di natura morale, di mettere in luce l’uomo. Questo volume è composto dalle vite di uomini che hanno combattuto per la patria. Al greco Focione, vissuto negli anni della fine del potere di Atene e condannato a morte dopo l’avvento dei Macedoni, fa da contraltare Catone Uticense, strenuo avversario di Giulio Cesare, che scelse il suicidio pur di non veder traditi i valori repubblicani. E poi ci sono Dione e Bruto, accomunati dalla lotta contro la tirannide, rispettivamente di Dionisio II di Siracusa e di Cesare; Emilio Paolo, caduto da eroe nella battaglia di Canne e Timoleonte, che libera Siracusa da un nuovo tiranno. Infine il generale Quinto Sertorio, alleato di Mario, che organizzò l’esercito in Spagna per affrontare Silla, ed Eumene, che dopo la morte di Alessandro Magno tentò, invano, di impedire la divisione del vasto regno macedone tra i Diadochi.
Plutarco è stato un biografo, scrittore e filosofo greco antico, vissuto sotto l’Impero Romano. È stato uno degli scrittori più produttivi della Grecia antica e, dopo una parentesi di oblio durante il Medioevo cristiano (soprattutto a causa dello scisma d’Oriente), tornò a essere studiato solo nel Trecento, quando iniziò a essere tradotto in volgare e in latino, soprattutto negli anni dell’Umanesimo.
Studiò ad Atene e fu fortemente influenzato dalla filosofia di Platone. La sua opera più famosa è Vite parallele, biografie dei più famosi personaggi dell’antichità.
Nacque tra il 46 e il 48 d.C. in Beozia, a Cheronea, probabilmente da una famiglia piuttosto benestante. Nel 60 d.C. si stabilì ad Atene, dove ebbe l’opportunità di conoscere Ammonio, filosofo platonico presso il quale studiò la retorica, la matematica e la filosofia platonica. Ad Atene conobbe Nerone e istituì un’accademia in casa propria.
Dopo alcuni viaggi si stabilì a Roma dove conobbe l’imperatore Vespasiano e tenne diverse lezioni, pur non padroneggiando ottimamente la lingua latina.
Tra le numerose cariche, fu eletto sacerdote nel santuario di Apollo a Delfi nel 117 d.C., e gli fu conferita la carica di procuratore dall’imperatore Adriano.
Eusebio racconta che morì forse nel 119 d.C., ma molti oggi indicano date che vanno oltre il 120-125.