La metafisica, opera appartenente al gruppo degli “scritti esoterici” di Aristotele, è composta da quattordici libri ed è stata risistemata tre secoli dopo la morte del filosofo da Andronico di Rodi. Con il titolo “metafisica” – attribuito non da Aristotele, ma dai suoi discepoli – è tramandata una raccolta di testi, composti in tempi diversi e da punti di vista differenti, incentrati sulla scienza teoretica, che il filosofo considerava la più alta e importante. Il termine “metafisica” (ta metá ta physiká), infatti, si presta a più interpretazioni, come “ciò che viene dopo la fisica”, intendendo che il suo studio dovrebbe seguire quello della fisica, o come “ciò che è più importante della fisica”, dal momento che tratta problemi più fondamentali fornendo risposte più rilevanti.
Aristotele indicò questa scienza con nomi diversi – teologia, sapienza, filosofia prima (in contrapposizione alla fisica che è la filosofia seconda) – e la definì in quattro modi: studio delle cause e dei principi primi, studio dell’essere in quanto essere; studio della sostanza; studio di Dio e della sostanza immobile. Il suo oggetto d’indagine è dunque la realtà in generale, ovvero gli aspetti fondamentali e comuni di tutta la realtà.
Filosofo greco (Stagira 384-83 a. C. – Calcide 322 a. C.).
Fu uno dei più grandi pensatori dell’antichità e di tutti i tempi. Nato da una famiglia di medici, si forma nell’Accademia platonica;in seguito intraprende dei viaggi durante i quali insegna in numerose città; tra il 343 e il 342 si occupa dell’educazione di Alessandro Magno; tornato ad Atene fonda la sua scuola, il Liceo.
Ha affrontato studi di metafisica, fisica, biologia, politica, logica e retorica creando una vera eenciclopedia del sapere.
Tra le opere pervenute Il Grillo o Sulla retorica, Sulle Idee, Sul Bene, Sull’anima, Il Protreptico, De philosophia, Organon.