Risale al paleolitico superiore lidea di costruire dei marchingegni che sapessero simulare in maniera del tutto autonoma i movimenti degli esseri viventi e la realizzazione di primitive bambole, con braccia mobili, fu uno dei primi successi nellarte di progettare e costruire marchingegni semoventi. Un maestro in questa disciplina si dimostrò Archimede che, come racconta Plutarco, costruì delle macchine tanto complesse da permettere a Siracusa di resistere allassedio dei romani per due anni. Lo scopo di realizzare un automa ad litteram esercitò un forte richiamo nella comunità scientifica di quei secoli; richiamo a cui non sfuggì neanche Leonardo. Anche Cartesio e La Mettrie utilizzarono il concetto di automa nella loro filosofia secondo la quale il progetto di realizzare un automa faceva divenire gli uomini simili agli dei anche se non prevedeva, inizialmente, che un automa autosufficiente fosse necessariamente intelligente. Infatti sino agli inizi del XX Secolo non si pensava agli automi come esseri artificiali intelligenti. Fu la letteratura fantastica a introdurre lidea di poter fabbricare esseri senzienti artificiali, che Kapek chiamò robot in un sua opera teatrale del 1920. Trentanni dopo Alan Turing pubblicò un articolo in cui si chiese: le macchine possono pensare? Sulla base di quella domanda si originò una nuova disciplina scientifica di cui oggi esistono due ambiti di ricerca: la robotica e lintelligenza artificiale. I ricercatori nel campo della robotica si prefiggono di costruire dei corpi meccanici che dovrebbero imitare al meglio gli esseri viventi, e in particolare luomo mentre l’intelligenza artificiale mira a costruire dei cervelli pensanti. La storia suggestiva di questo progetto scientifico, che ha inizio agli albori dellumanità, è descritta in questo volume come unagile cronaca di eventi che sembrano appena accaduti.
Pippo Battaglia è fondatore e presidente del Comitato scientifico della Targa “Giuseppe Piazzi”. Collabora con ”Tutto Scienze”, ”Nuovo Orione” e ”L’astronomia”. Ha pubblicato, tra gli altri, L’Intelligenza artificiale (2006), con Margherita Hack e Walter Ferreri Origine e fine dell’universo (2002) e con Margherita Hack e Rosolino Buccheri L’idea del tempo (2005).