«Per un segno non è essenziale solo il rappresentare un oggetto, ma lo è almeno altrettanto l’essere passibile di interpretazione da parte di una mente; e finché non è interpretato non funziona come segno. Vale a dire che il segno deve agire sulla mente dell’interprete in modo tale che quest’ultimo sia colpito dall’oggetto stesso (infatti, se un segno è ingannatore non è segno del suo oggetto), benché l’interprete percepisca che è il segno e non l’oggetto stesso che lo colpisce in modo diretto.»
Perice, Saggi sul significato