Antichità giudaiche
di Giuseppe Flavio
curato da Luigi Moraldi

Antichità giudaiche

2 volumi

Molte sono le motivazioni che possono spingere uno studioso a scrivere di storia. Tra queste, le ragioni, profondamente radicate, che mossero l’autore delle Antichità Giudaiche furono il bisogno di ordinare in uno scritto eventi ai quali egli prese personalmente parte e il «fascino della grandezza di utili imprese rimaste neglette». Imprese ed eventi del passato da mettere in luce «a beneficio di tutti». Nato a Gerusalemme nel 37 d.C., Tito Flavio Giuseppe era figlio di una nobile famiglia di sacerdoti e ricevette un’educazione raffinata, che gli permise di assumere, negli anni della guerra giudaica, l’importante carica di governatore militare di Galilea. Dopo essere sopravvissuto, unico fra i ribelli, all’assedio della fortezza di Jotapata (nei pressi di Nazaret), fu condotto a Roma, dove divenne l’intellettuale di punta alla corte dell’imperatore Vespasiano guadagnandosi così, tra i contemporanei ebrei, la fama di traditore e apostata. Nelle Antichità Giudaiche, suo capolavoro e scritto più ambizioso, Giuseppe si cimenta nell’enorme impresa di presentare alla sua nuova patria romana le antiche vicende del suo popolo e della sua terra d’origine, a partire dalla creazione del mondo, per arrivare fino all’età della casata Giulio-Claudia e alle guerre combattute durante il regno di Nerone.

storico giudeo (n. 37 d. C. – m. dopo il 100), di casta sacerdotale. Fu della setta dei Farisei e, dopo essere stato a Roma (64), tornato in patria partecipò alla rivolta contro i Romani (67). Arresosi a questi dopo l’assedio a Iotapata, si mise a profetizzare, e predisse a Vespasiano l’impero. Perciò Vespasiano, divenuto due anni dopo imperatore, lo liberò e da allora egli fu il protetto della famiglia Flavia e ne assunse il gentilizio; assisté alle ultime fasi della guerra e alla distruzione di Gerusalemme al seguito di Tito.
Poi visse a Roma alla corte dei Flavî ottenendone fama e onori. Suo capolavoro è la Guerra giudaica (7 libri), in greco (è perduta la prima redazione in aramaico): storia ebraica da Erode il Grande alla distruzione di Gerusalemme, molto parziale e rivolta ad addossare la colpa della guerra soprattutto ai fanatici Zeloti, ma con vive qualità di stile.
Più letteraria è l’opera Antichità giudaiche, in 20libri, storia del popolo ebraico dalle origini al 66 d. C., che rivela un fondo di pensiero e di dottrina comune al giudaismo ellenizzato. La tendenza apologetica del giudaismo, già caratteristica delle Antichità, si ritrova nell’opuscolo Contro Apione (un grammatico antisemita).
Inoltre si ha di Flavio Giuseppe una Autobiografia, che è una risposta alle accuse di Giusto di Tiberiade.
L’opera di Flavio Giuseppe ebbe grande fortuna, specialmente in età cristiana, ed ebbe frequenti traduzioni e rielaborazioni; particolarmente importante un rifacimento, in senso cristiano, della Guerra giudaica (sec. 4º) tramandato sotto il nome di Egesippo.

(1915-2001), professore emerito di Lingue semitiche all’Università degli Studi di Pavia, considerato uno dei più importanti studiosi del Cristianesimo antico, è stato autore di contributi fondamentali sullo gnosticismo e sugli Apocrifi del Nuovo Testamento, nonché esegeta tra i più autorevoli dei manoscritti di Qumran. Ha curato numerosi volumi dei Classici delle Religioni editi da Utet.

  • Argomento Classici Storia
  • ISBN 9788851156961
  • Data di uscita 27.03.2018
  • Formato brossura
  • Pagine 1314, 2 voll.

€ 30,00
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