Quinto Orazio Flacco (65-8 a.C.) fu, insieme a Virgilio, il più grande poeta dell’età augustea e in assoluto una delle personalità più significative di tutta la cultura classica. Orazio fu un sublime maestro di stile: l’espressione sintetica ed essenziale, la lingua nitida e precisa, la struttura compositiva ordinata e diretta confluirono in una poesia di grande chiarezza e rigore formale, raffinata da un continuo labor limae e ispirata alla mediocritas, l’equilibrio etico e dei sentimenti proposto dalla filosofia epicurea. Il suo lascito letterario è corposo e comprende diciassette Epodi di carattere satirico, due libri con diciotto Satire (Saturae), quattro libri di Odi o Carmina, per un totale di 103 componimenti, due libri di Epistole, il Carmen saeculare del 17 a.C., scritto su commissione di Augusto per celebrare la cerimonia conclusiva dei ludi saeculares, e l’ars poetica, nota anche come Epistola ai Pisoni che rappresentò, nei secoli della tradizione classica, il codice delle norme indispensabili per chiunque volesse dedicarsi alla professione delle lettere.
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