Uscita la prima volta nel 1790, quest’opera di Immanuel Kant rappresenta un’analisi critica del Giudizio estetico, antesignana dei temi più cari al Romanticismo. Oggi questa terza Critica kantiana viene proposta dalla casa editrice UTET in versione ebook, completa di un autorevole apparato critico e del classico testo a fronte convertito in ipertesto.
Filosofo tedesco. Fu uno dei pensatori più influenti dell’epoca moderna. La sua opera più importante è Storia universale della natura e teoria del cielo (1755), nella quale avanzò l’ipotesi della formazione dell’universo da una nebulosa in moto rotatorio.
Nella Fondazione della metafisica dei costumi (1785) e nella Critica della ragion pratica (1788) Kant delineò un sistema etico nel quale alla ragione è attribuita l’autorità suprema in campo morale.
Particolare rilievo, sia come sintesi dell’estetica settecentesca sia come fondamentale e articolata premessa agli sviluppi dell’estetica romantica e idealista, ha la terza, grande opera di Kant, la Critica del giudizio (1790). L’esigenza di ritrovare una connessione tra i differenziati e discordanti mondi della natura e della libertà morale spinge Kant al completamento estetico. A tale scopo egli evidenzia un tipo di giudizio, quello «riflettente», che opera quando la rappresentazione, anziché essere sottoposta a un concetto e dare così luogo al giudizio conoscitivo o «determinante», è considerata nel suo rapporto con il soggetto e con le esigenze di questo. Si ha cioè il più elementare giudizio estetico quando, commossi e partecipi, nella contemplazione di uno spettacolo o di un oggetto dell’arte o della natura, proviamo un piacere che non ha legami con la conoscenza né con l’interesse: tale piacere, che accompagna la rappresentazione, deriva dall’accordo che sorge tra quei fenomeni e le nostre più profonde aspirazioni. Accanto al bello, implicante armoniosa e godibile quiete, Kant caratterizza il sublime come ciò che appare in oggetti di potenza e proporzioni smisurate, con un primo effetto di fare apparire i limiti e l’insignificanza dell’uomo, ma con il secondo effetto di risvegliare, per reazione, la coscienza della superiorità morale e del destino soprasensibile dell’uomo.
La trattazione unitaria e analogica dell’arte e della natura elaborata da Kant influenzò profondamente Goethe, Schiller, i romantici.