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7 scomode verità che nessuno vuole guardare in faccia sull'economia italiana Copertina flessibile – 6 ottobre 2020

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Cosa c'è che non va nell'economia italiana? Le ipotesi e i dibattiti si sprecano: troppo debito pubblico, troppe tasse, poca innovazione, nessuna difesa dalla globalizzazione, troppi giovani che hanno lauree senza sbocchi professionali, troppi pensionati che pesano sul sistema del welfare. In tv, sui giornali e sui social network, si litiga, si chiacchiera, si pontifica, e non si arriva mai a una conclusione: le questioni fondamentali sembrano sempre scomparire tra polemiche politiche, complicate analisi tecniche, commenti sfumati fino all'insignificanza e teorie del complotto assortite. Stefano Feltri ha deciso di raccontare tutta la verità, solo la verità, nient'altro che la verità. E la verità fa male. Con una chiarezza implacabile e una pacata intransigenza, i luoghi comuni vengono sottoposti a verifica, le leggende vengono sfatate, le consolazioni di comodo spazzate via. E resta solo la verità: quella di un Paese che non affronta i problemi, che si lamenta di condizioni che in realtà fanno comodo a tutti (o quasi), che ha un problema enorme di classe dirigente, ma in cui nessuno (o quasi) è una vittima innocente del sistema. Un'inchiesta nelle pieghe nascoste dell'economia italiana che non lascia alibi per nessuno e permette di capire qualcosa del nostro Paese.
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Dettagli prodotto

  • Editore ‏ : ‎ UTET (6 ottobre 2020)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 207 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8851184259
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8851184254
  • Peso articolo ‏ : ‎ 310 g
  • Dimensioni ‏ : ‎ 15.4 x 1.6 x 22.7 cm
  • Recensioni dei clienti:
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Stefano Feltri
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Recensioni migliori da Italia

Recensito in Italia il 20 maggio 2022
Possibile che dipenda dal fatto che ho trovato conferma di ciò che penso sui problemi della società italiana in generale. Ma l'ho trovato semplice, diretto e chiaro. Ottimo spunto di riflessione soprattutto per riflettere su noi stessi e sulle nostre scelte, ma soprattutto sulle conseguenze a lungo termine di queste ultime.
Recensito in Italia il 19 giugno 2020
Ottimo libro ma come sempre si analizzano gli effetti ma non le cause del malessere italiano, che a mio avviso radicano nella Costituzione:

Problema politico: l'Italia non è una democrazia, lo Stato non rappresenta i cittadini nè i cittadini si sentono rappresentati dallo Stato da cui in conseguenza vogliono solo soldi in contanti. Il problema è la repubblica parlamentare, creata dai padri costituzionali per perpetuate la casta politica e i poteri forti.  La scusa trovata dai padri costituzionali secondo cui la repubblica parlamentare eviterebbe nuove derive autoritarie è palesemente falsa, poichè tutte le dittature, fascismo compreso, nascono da vuoti di potere. Nel 1920 lor signori introducevano per la prima volta il sistema proporzionale che rese l' Italia ingovernabile e che  con l'aiuto di quel fulmine del nostro re portò al fascismo. La soluzione è l'elezione diretta del primo ministro da parte dei cittadini e il parlamento si deve occupare delle leggi, non del governo, il quale rende conto direttamente ai cittadini e governa con il loro voto, non con la fiducia del parlamento. E' questo il meccanismo che fa funzionare bene ogni associazione di cittadini: le autorità al vertice sono il presidente e l'amministratore delegato.

Problema finanziario: Il secolare accentramento politico, amministrativo e fiscale romano è la causa della pessima gestione statale, della diffusa corruzione, della evasione fiscale nonchè del problema meridionale. La soluzione è l' autonomia amministrativa e fiscale di comuni e regioni i quali in autonomia e competizione fra loro debbono stabilire il livello di tassazione dei loro cittadini cui rendono direttamente conto della loro gestione. I trasferimenti finanziari dallo stato alle regioni per la loro sola autonomia amministrativa ovviamente aumenta il problema, dato che ovunque la corruzione è proporzionale al volume di denaro che dalle tasche dei cittadini va alle casse di uno stato centralista e accentratore e che, nel nostro caso, spende per creare il consenso di cui ha bisogno oltre che per l'incompetenza dei politici. L'autonomia permetterebbe a tutto il territorio nazionale di livellarsi, come accade in tutto il mondo (Svizzera, Stati Uniti, Germania, India,...) 
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Recensito in Italia il 21 aprile 2020
La situazione economica italiana di oggi é la somma di problemi e l'autore lo mette bene in evidenza, con numeri alla mano. Personalmente avrei aggiunto altre cose tipo il peso della criminalità organizzata, e i programmi spazzatura che fanno il lavaggio del cervello alle persone. Nel capitolo sugli studi avrei approfondito anche il discorso della fuga dei cervelli l'abbandono scolastico. Ma capisco che non si possa parlare di tutto altrimenti non si finirebbe mai di aggiungere
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Recensito in Italia il 23 settembre 2020
L’Italia è al capolinea? Non ci sono alternative alle disfunzioni strutturali che hanno origine dall’inizio degli anni Settanta? Errori volontari, alcuni colposi; decisioni partigiane. Anche l’ultimo tentativo di creare una politica diversa che avesse come obiettivo il benessere generale dei cittadini è naufragata alla prova dei fatti. Ed ora? La pubblicazione è apparsa in commercio poco prima dell’emergenza Covid. La situazione appare ancora più allarmante rispetto a quella descritta, una crisi economica che forse sarà anche più deleteria e distruttiva rispetto a quella del 2008; ma questa volta abbiamo una nuova àncora di salvezza lanciata all’ultimo secondo utile dall’Europa con il Recovery Fund. Debito futuro certo, ma se almeno fossero poste le basi per un vero rilancio atto a scardinare le troppe posizione di rendita che hanno determinato la fine della fiducia tra la classe politica e i cittadini e il possible crack economico e finanziario, sarebbe un modo di vedere il futuro con un po’ di ottimismo.

Secondo l’autore la degenerazione della spesa pubblica, la zavorra del debito, l’alta evasione fiscale, l’incapacità delle imprese di sfruttare il cambiamento tecnologico non sono altro che il frutto di scelte precise, che hanno garantito benefici a qualcuno nel breve periodo rimandando i costi al futuro. Quindi la colpa è esclusivamente della classe politica passata e presente. Questo futuro sembra essere arrivato, la differenza la potrà fare solo il Recovery Fund. L’ultima spiaggia prima del tracollo?

Il grande problema dell’Italia, spiega l’autore, è che anche i partiti più nuovi finiscono per inserirsi nel solco di quelli che li hanno preceduti, l’offerta politica resta sempre la stessa: promesse di maggiore spesa per tutti, ma sopratutto per gli elettori più anziani che sono ormai la maggioranza, ricorso al deficit e al debito pubblico per finanziare misure clientelari, difesa dello status quo sociale, incentivi discrezionali a pioggia alle imprese. Gli schemi di gioco sono sempre gli stessi e i giocatori sempre più spompati. Non vi è più una vera capacità di elaborare alternative valide, un progetto di paese da qui a dieci venti anni; indicare le priorità e i settori si sviluppo, focalizzare l’attenzione a progetti che dovrebbero essere visionari.

Forse siamo un paese ormai vecchio e i vecchi utilizzano schemi mentali collaudati che funzionano ma non riescono a vedere le cose da una diversa prospettiva, troppi sedimenti si sono accumulati. Nel nostro paese manca la visione dei giovani che non hanno mai avuto voce in capitolo. E quei pochi che riescono ad emergere o se vanno all’estero oppure vengono fagocitati dal sistema come una enorme pianta carnivora. Solo una curiosità: Giulio Andreotti, al di là del giudizio politico che qui non interessa, venne nominato sottosegretario alla presidenza del consiglio del primo governo De Gasperi alla tenera età di 27 anni, posizione che tenne fino al 1954. Il professor Giannuli analizzando le elezioni regionali del mese di settembre 2020 inoltre ha sottolineato un punto interessante e cioè che la sinistra comunista e poi post comunista del nostro paese ha sempre fagocitato i propri alleati: prima ha tentato con il PSI scomparso con tangentopoli; e in seguito con la margherita entrata nel Pd. Ora sembra che la stessa fine la farà il M5S. Questo forse ha sterilizzato parte della nostra politica?

Siamo all’ultima spiaggia? Non lo so ma se l’Italia dovesse fallire nel rinnovamento sociale, economico e strutturale, la sola cosa che ci rimarrebbe da fare, forse, è trasformarci in una penisola dedicata esclusivamente al turismo, e non sarà quello occidentale al quale siamo abituati, ma piuttosto quello cinese. E allora buona camicia a tutti.
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Recensito in Italia il 26 marzo 2020
È un libro godibile e ben documentato che risente però - a mio avviso - della difficoltà dell'autore (confessata nei ringrazimenti finali) di finire in tempi stretti. I numeri effettivamente non agevolano il lettore. Sono messi li un po per necessità ma non sempre sono comprensibili (quantomeno per chi ha studi umanistici). I concetti però sono chiari e condivisibili.Forse andavano ancora piu sviluppati ma Feltri ha il pregio della sintesi. Quindi merita una stella in più.
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Recensito in Italia il 1 marzo 2020
Il voto è alto e vuole esprimere incoraggiamento allo scrittore per l'esposizione concisa ma consapevole della necessità di informare il lettore senza essere partigiano. Speriamo continui a dare informazioni su quanto accade,
per svelarne gli effettivi risvolti
Recensito in Italia il 13 dicembre 2019
Semplice da capire ma esaustivo, non è ideologico, non fa sconti a nessuno.
Fa in quadro sincero della situazione del paese indicandone le cause.
La base da cui partire per ogni discussione politica e economica.
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