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7 scomode verità che nessuno vuole guardare in faccia sull'economia italiana Copertina flessibile – 6 ottobre 2020
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- ISBN-108851184259
- ISBN-13978-8851184254
- EditoreUTET
- Data di pubblicazione6 ottobre 2020
- LinguaItaliano
- Dimensioni15.4 x 1.6 x 22.7 cm
- Lunghezza stampa207 pagine
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Dettagli prodotto
- Editore : UTET (6 ottobre 2020)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 207 pagine
- ISBN-10 : 8851184259
- ISBN-13 : 978-8851184254
- Peso articolo : 310 g
- Dimensioni : 15.4 x 1.6 x 22.7 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 341,097 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
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Problema politico: l'Italia non è una democrazia, lo Stato non rappresenta i cittadini nè i cittadini si sentono rappresentati dallo Stato da cui in conseguenza vogliono solo soldi in contanti. Il problema è la repubblica parlamentare, creata dai padri costituzionali per perpetuate la casta politica e i poteri forti. La scusa trovata dai padri costituzionali secondo cui la repubblica parlamentare eviterebbe nuove derive autoritarie è palesemente falsa, poichè tutte le dittature, fascismo compreso, nascono da vuoti di potere. Nel 1920 lor signori introducevano per la prima volta il sistema proporzionale che rese l' Italia ingovernabile e che con l'aiuto di quel fulmine del nostro re portò al fascismo. La soluzione è l'elezione diretta del primo ministro da parte dei cittadini e il parlamento si deve occupare delle leggi, non del governo, il quale rende conto direttamente ai cittadini e governa con il loro voto, non con la fiducia del parlamento. E' questo il meccanismo che fa funzionare bene ogni associazione di cittadini: le autorità al vertice sono il presidente e l'amministratore delegato.
Problema finanziario: Il secolare accentramento politico, amministrativo e fiscale romano è la causa della pessima gestione statale, della diffusa corruzione, della evasione fiscale nonchè del problema meridionale. La soluzione è l' autonomia amministrativa e fiscale di comuni e regioni i quali in autonomia e competizione fra loro debbono stabilire il livello di tassazione dei loro cittadini cui rendono direttamente conto della loro gestione. I trasferimenti finanziari dallo stato alle regioni per la loro sola autonomia amministrativa ovviamente aumenta il problema, dato che ovunque la corruzione è proporzionale al volume di denaro che dalle tasche dei cittadini va alle casse di uno stato centralista e accentratore e che, nel nostro caso, spende per creare il consenso di cui ha bisogno oltre che per l'incompetenza dei politici. L'autonomia permetterebbe a tutto il territorio nazionale di livellarsi, come accade in tutto il mondo (Svizzera, Stati Uniti, Germania, India,...)
Secondo l’autore la degenerazione della spesa pubblica, la zavorra del debito, l’alta evasione fiscale, l’incapacità delle imprese di sfruttare il cambiamento tecnologico non sono altro che il frutto di scelte precise, che hanno garantito benefici a qualcuno nel breve periodo rimandando i costi al futuro. Quindi la colpa è esclusivamente della classe politica passata e presente. Questo futuro sembra essere arrivato, la differenza la potrà fare solo il Recovery Fund. L’ultima spiaggia prima del tracollo?
Il grande problema dell’Italia, spiega l’autore, è che anche i partiti più nuovi finiscono per inserirsi nel solco di quelli che li hanno preceduti, l’offerta politica resta sempre la stessa: promesse di maggiore spesa per tutti, ma sopratutto per gli elettori più anziani che sono ormai la maggioranza, ricorso al deficit e al debito pubblico per finanziare misure clientelari, difesa dello status quo sociale, incentivi discrezionali a pioggia alle imprese. Gli schemi di gioco sono sempre gli stessi e i giocatori sempre più spompati. Non vi è più una vera capacità di elaborare alternative valide, un progetto di paese da qui a dieci venti anni; indicare le priorità e i settori si sviluppo, focalizzare l’attenzione a progetti che dovrebbero essere visionari.
Forse siamo un paese ormai vecchio e i vecchi utilizzano schemi mentali collaudati che funzionano ma non riescono a vedere le cose da una diversa prospettiva, troppi sedimenti si sono accumulati. Nel nostro paese manca la visione dei giovani che non hanno mai avuto voce in capitolo. E quei pochi che riescono ad emergere o se vanno all’estero oppure vengono fagocitati dal sistema come una enorme pianta carnivora. Solo una curiosità: Giulio Andreotti, al di là del giudizio politico che qui non interessa, venne nominato sottosegretario alla presidenza del consiglio del primo governo De Gasperi alla tenera età di 27 anni, posizione che tenne fino al 1954. Il professor Giannuli analizzando le elezioni regionali del mese di settembre 2020 inoltre ha sottolineato un punto interessante e cioè che la sinistra comunista e poi post comunista del nostro paese ha sempre fagocitato i propri alleati: prima ha tentato con il PSI scomparso con tangentopoli; e in seguito con la margherita entrata nel Pd. Ora sembra che la stessa fine la farà il M5S. Questo forse ha sterilizzato parte della nostra politica?
Siamo all’ultima spiaggia? Non lo so ma se l’Italia dovesse fallire nel rinnovamento sociale, economico e strutturale, la sola cosa che ci rimarrebbe da fare, forse, è trasformarci in una penisola dedicata esclusivamente al turismo, e non sarà quello occidentale al quale siamo abituati, ma piuttosto quello cinese. E allora buona camicia a tutti.
per svelarne gli effettivi risvolti
Fa in quadro sincero della situazione del paese indicandone le cause.
La base da cui partire per ogni discussione politica e economica.